La principale ragione del ritardo diagnostico è rappresentata dalla sintomatologia eterogenea
La celiachia (Celiac Disease or CD) è definita come un'enteropatia immuno-mediata cronica dell'intestino tenue, provocata dall'esposizione al glutine alimentare in soggetti geneticamente predisposti.1
La celiachia colpisce individui di entrambi i sessi e di qualsiasi età, anche se l'età media di diagnosi è di 45 anni e nel 20% dei pazienti viene diagnosticata oltre i 60 anni.1 Si tratta di una condizione spesso sottodiagnosticata soprattutto in età adulta, per cui due terzi delle persone celiache restano a lungo senza una diagnosi. 1
Quali sono i motivi del ritardo diagnostico?
La principale ragione del ritardo diagnostico è rappresentata dalla sintomatologia eterogenea, infatti, mentre in età pediatrica si manifesta in modo classico con diarrea, steatorrea o segni di malassorbimento, nella popolazione adulta si manifesta spesso con sintomi extra-intestinali.1
Tra questi sintomi, alcuni sono ben noti in quanto direttamente correlati al malassorbimento, come l’osteoporosi per deficit di calcio/vitamina D o l’anemia per carenza di ferro, altri invece rappresentano manifestazioni extra-intestinali meno frequenti che caratterizzano una celiachia detta "atipica".1
I sintomi extra-intestinali della celiachia includono manifestazioni: cutanee, neuropsichiatriche, epatiche, endocrine o del sistema riproduttivo.1 In questi casi la diagnosi dipende dall’abilità degli specialisti consultati dal paziente (gastroenterologi, internisti, pediatri, neurologi, dermatologi, ginecologi) e in modo particolare dei medici di medicina generale di sospettare la celiachia.1
Infine, diversi individui sono asintomatici e in questi casi la celiachia può essere diagnosticata solo per caso.1
Ci sono crescenti evidenze circa la predisposizione dei pazienti celiaci allo sviluppo di patologie cutanee come psoriasi, dermatite atopica, orticaria, alopecia areata, stomatite ulcerativa cronica e dermatite erpetiforme.1
Nei pazienti affetti da celiachia, la tossicità diretta della gliadina all'interno della superficie intestinale porta ad una ridotta permeabilità della barriera emato-intestinale, che si traduce nel passaggio dei peptidi del glutine nel flusso sanguigno.1 Questo meccanismo è alla base dell’attivazione infiammatoria e autoimmune aberrante che caratterizza i pazienti celiaci e che può interessare organi e tessuti, anche extraintestinali.1
La cascata infiammatoria viene attivata dall’azione della transglutaminasi di tipo 2 o tTG2 che catalizza la modifica strutturale del glutine creando nuovi epitopi.1 Questi avranno una maggiore affinità per HLA-DQ2 e DQ8, che porta alla suscettibilità degli individui allo sviluppo di celiachia.1 L’attivazione della risposta Th2 porta al rilascio di citochine pro-infiammatorie, inclusi il Tumor Necrosis Factor alpha o TNF-α e l’interferone-γ, coinvolti nell’immunopatogenesi delle manifestazioni extra-intestinali, come la psoriasi.1
In secondo luogo, l’attivazione della risposta Th1 può a sua volta stimolare la proliferazione dei linfociti B che rilasciano autoanticorpi, inclusi quelli contro il glutine e tTG2.1
Anche la cavità orale è una delle aree più colpite nei pazienti con celiachia, che appare con difetti dello smalto, eruzione dentale ritardata e stomatite aftosa ricorrente.1
Le manifestazioni extra-intestinali della celiachia meno conosciute sono quelle neurologiche. La relazione tra celiachia e disordini neurologici è stata descritta per la prima volta nel 1966 da Cooke e Smith che osservarono la presenza di atassia cerebellare e neuropatie periferiche in alcuni pazienti celiaci.1 Attualmente, sebbene la neuropatia e l’atassia da glutine siano i sintomi più comuni, molti altri sintomi neurologici sono stati correlati alla celiachia e tra questi l’emicrania, l’epilessia e i disturbi cognitivi.1
Il meccanismo fisiopatologico alla base del coinvolgimento neurologico nella malattia celiaca non è stato del tutto chiarito. 1 Alcuni studiosi hanno ipotizzato che i disordini neurologici possano essere la conseguenza di una perfusione cerebrale anomala. 1
Una review sistematica e metanalisi pubblicata da Clappison et al. nel 2020 ha fornito una maggiore comprensione delle prove e delle teorie esistenti che riguardano la celiachia e le manifestazioni psichiatriche.2
Lo studio ha valutato manifestazioni come disturbi dello spettro autistico, disturbi da deficit di attenzione e iperattività, depressione, ansia, disturbi dell’alimentazione tra la popolazione celiaca a confronto con la popolazione sana.2 Dalla review è stato rilevato un aumento significativo del rischio di disturbi dello spettro autistico, disturbo da deficit di attenzione e iperattività, di depressione e disturbi alimentari nei pazienti celiaci.2 Nessuna significativa differenza è stata invece osservata per il disturbo bipolare o la schizofrenia.2
In conclusione, le manifestazioni extra-intestinali della malattia celiaca non sono così rare.1 Questi possono includere vari sintomi e segni, che devono essere riconosciuti rapidamente dai medici, considerando che una diagnosi tempestiva ha un impatto prognostico significativo sui pazienti.1
Per saperne di più consultare la bibliografia:
1. Durazzo M, Ferro A, Brascugli I, Mattivi S, Fagoonee S, Pellicano R. Extra-Intestinal Manifestations of Celiac Disease: What Should We Know in 2022? J Clin Med. 2022 Jan 4;11(1):258.
2. Clappison E, Hadjivassiliou M, Zis P. Psychiatric Manifestations of Coeliac Disease, a Systematic Review and Meta-Analysis. Nutrients. 2020 Jan 4;12(1):142.
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